venerdì 19 gennaio 2007

DOS ut des: Storia del DOS

Ho iniziato un breve corso presso un Istituto Professionale di Lecce e dal momento che si parte sempre dalla storia dell'informatica, mi è tornata la voglia di fare un tuffo nel passato. Mi sono venuti in mente i primi anni '80 quando il personal computer (il PC lanciato dalla IBM) era una chimera per noi ragazzini di scuola media o poco più. C'era una trafila quasi da setta religiosa, che faceva attraversare le difficoltà del Commodore VIC 20, C64 ecc...prima di arrivare ad un PC compatibile; il mio battesimo è stato un Olivetti Prodest PC1 nel 1989 (pagato 1.000.000 di Lire). Si, altre volte ho ripensato a quei tempi in cui l'informatica era veramente una passione e ottenere anche piccoli successi costava sacrifici enormi, c'era una selezione naturale...

Navigando ho trovato questo sito, in italiano molto carino ComputerMuseum che dal nome fa capire che si tratta di un museo del PC. Cosa dire, per me è quasi commovente rivedere le immagini delle riviste di allora, le schede tecniche, i personaggi che hanno fatto la storia della ICT. Ok mi riprendo...

Tutto questo ha un nome, Retrocomputing e prima o poi, chi ama l'informatica non può fare altro che pensare alle origini. Poichè l'hardware senza il software è come un corpo senza anima, perdonate questa digressione poetica ;-) , ho pensato di andare a cercare qualcosa sul DOS, il vecchio amico schermo nero con il prompt C:> . Ebbene ho trovato un interessantissimo sito del papà del DOS il geniale, ma sfortunato Tim Paterson (nella foto) nel quale si trova una interessantissima Storia del DOS che mi sono preso la libertà di tradurre in italiano. Intendiamoci, giusto una traduzione quasi letterale, ma rende bene l'idea di come sono andate veramente le cose. Nulla di nuovo se avete visto lo splendido film I pirati di Silicon Valley del 1999 ora praticamente introvabile sia in DVD che in VHS (ma se date un occhio su p2p...), ma molto carina come raccontino per i nipotini!

Traduzione Storia del DOS: "..ma come si fa a fare l'upload di un file?"

lunedì 15 gennaio 2007

La folle corsa


Si, è anche il titolo di una bella canzone di Raf, ma in questo post vorrei invece parlare di trashware cioè come facciamo morire giovani i nostri PC in nome di una folle corsa consumistica. In effetti capita a tutti di sentirsi arretrati se utilizziamo un computer con un PIII o un Sempron, ma guardandosi attorno si scopre che esistono letteralmente montagne di PC che sono condannati ad una obsolescenza tecnologica spesso non reale, o meglio commercialmente imposta. Si, perchè per fare girare i nuovi sistemi operativi spesso non basta aumentare la RAM, bisogna proprio cambiare il computer. Ma è sempre così, bisogna acquistare un nuovo computer solo per usare del software più recente? La risposta è NO, non solo perchè esiste un'alternativa, ma anche perchè occorre contrastare, da consumatori consapevoli, questo modo di spremerci.
A
nche in Italia ci sono dei progettini interessanti sul trashware, ossia gruppi di appassionati che recuperano dei PC ritenuti obsoleti e li salvano dalla discarica installando software libero, quale Linux. Il sito di riferimento in Italia è Trash!Italia
e contiene molta documentazione interessante. Se volete sentire discutere sull'argomento, vi segnalo questa lista di discussione che alterna periodi di entusiasmo ad una cocente delusione per la partecipanzione degli iscritti.
L'argomento sicuramente merita un approfondimento, ho letto il materiale del GOLEM, storico gruppo di Empoli che ha redatto anche un interessante how-to che trovate nel sito di Trash!Italia. Mi è venuta voglia di provarci anch'io, spero di coinvolgere altri amici...

mercoledì 10 gennaio 2007

Quando nasce un amore



Ho incontrato Linux nel 1995 in università. Un amico mi aveva prestato un libro sulla distro Slackware e con aria di sfida mi invitava a provarci.
Non ricordo dopo quanti giorni riuscii finalmente ad installarla, ma ricordo che mi arresi subito dopo...ero troppo immaturo! Negli anni a venire ho acquistato qualche rivista qua e là, ma non mi decidevo a buttarmi nell'impresa. Alla fine quasi 2 anni fa, dopo un ennesimo crash del mio portatile, la rivelazione...VOGLIO LINUX....
Sapevo che avrei dovuto studiare sodo, che dovevo ripartire da zero nelle mie pseudo conoscenze informatiche, ma l'idea di fare terra bruciata e ripartire mi piaceva molto. Ho iniziato a comprendere cosa fosse una distro (alias distribuzione per gli umani), quali e quante ce ne fossero, e più leggevo, più mi sentivo piccolo e insignificante. Sentivo inoltre la diffidenza e le risatine dei miei "amici" che gioivano, neanche tanto sommessamente, ad ogni mio insuccesso. I primi mesi sono stati durissimi, perchè avevo voglia di cambiare distro ogni giorno, nel timore di aver scelta quella sbagliata, e leggendo le recensioni mi facevo affascinare dalle nuove release che si avvicendavano ad un ritmo assurdo. I CD e DVD delle riviste si accumulavano, senza riuscire a volte neanche a guardarli. Ho avuto dei contatti fugaci con Mandrake, Suse, Vector Linux, Simply Mepis, ma alla fine ho trovato quello che cercavo: UBUNTU
Ormai è quasi un anno che sono felicemente insieme a Ubuntu (aggiornata da poco alla versione Edgy) e mi sento soddisfatto. Certo non disdegno di installare qualche altra distro come Puppy Linux, fluxbuntu, PCLinuxOS, ma questa volta su altri PC che hanno ormai riempito il mio piccolo studio a casa....